sabato 6 giugno 2009

Figli della luce

La parola di Dio nella lettera ai Romani, al cap. (13, vv. 11 e 14), dice: "Questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sono, poiché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino, gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ad ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne né i suoi desideri”. San Paolo attraverso quest’esortazione invita l’uomo a svegliarsi da questo sonno di morte in cui si è adagiato, in altre parole nell’oscurità più profonda del mondo corrotto dal peccato. Il salario del peccato dice sempre San Paolo, è la morte, non una morte materiale, ma una morte spirituale. Quindi comportiamoci come figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Per questo sta scritto: “Svegliati o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà” (Ef. 5,8-14).

A questo risveglio non è chiamato solamente chi ancora non conosce Cristo, ma anche tutti i cristiani dai sentimenti tiepidi che non offrono un esempio edificante nel mondo in cui vivono, non essendo veri testimoni della luce.Troppe persone pretendono l’appellativo di cristiano, ma in realtà si comportano come figli delle tenebre. La Parola di Dio ci viene ancora in aiuto e ci dice: “comportatevi da cittadini degni del Vangelo di Cristo”. (cf.Fl. 1,27).
Questa parola è un’espressione del cuore di Dio e quest’invito viene certamente dall’amore del nostro Padre celeste. Egli desidera che il suo popolo si comporti in modo da essere luce, e quindi dare una testimonianza vivente di fede. San Giovanni nella sua prima lettera rivolse parole severe contro di coloro che pretendevano di appartenere a Cristo e continuavano a vivere in modo da essere tutt’altro che immacolati: “Se diciamo che siamo in comunione con Lui (Gesù), e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità”. (Gv. 1,6).

Quindi attraverso quest’ammonimento dovremmo esaminare i nostri cuori e chiederci se desideriamo ancora vivere in quei valori mondani che hanno inciso nella nostra vita in maniera negativa, rendendoci schiavi del peccato. Oppure cominciare a camminare con Lui, Via Verità e Vita, e coltivare così un nuovo rapporto di vera sincera amicizia con Gesù.Se veramente nel tuo cuore nasce questo desiderio di aderire a Cristo, l’Apostolo Giovanni ci dice: “Se camminiamo nella luce, com’Egli è nella luce, siamo in comunione gli uni e gli altri, e il Sangue di Gesù, Suo Figlio, ci purifica da ogni peccato” (cf.1 Gv.1,7).

Quindi ci sono due condizioni: la prima è di rompere con il peccato poiché “Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, Egli che è fedele e giusto Ci perdonerà i peccati e Ci purificherà da ogni colpa” (1 Gv. 1, 8 – 9). La seconda condizione è quella di osservare i Suoi Comandamenti e sopratutto quello dell’Amore:
“Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i Suoi Comandamenti. Chi dice lo conosco e non osserva i Suoi Comandamenti è bugiardo e la verità non è in lui; ma chi osserva la Sua Parola, in lui l’Amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in Lui.

Chi dice di dimorare in Cristo, deve comportarsi come Lui si è comportato” (Gv. 2, 3 – 6).

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