domenica 30 novembre 2008

Un incendio d'Amore

Durante l'Ascensione, Gesù gettò un'occhiata verso la terra che stava piombando nell'oscurità. Soltanto alcune piccole luci brillavano timidamente sulla città di Gerusalemme.
L'Arcangelo Gabriele, che era venuto ad accogliere Gesù, gli domandò: "Signore, che cosa sono quelle piccole luci?". "Sono i mie discepoli in preghiera, radunati intorno a mia madre. E il mio piano, appena rientrato in cielo, è di inviare loro il mio spirito, perché quelle fiaccole tremolanti diventino un incendio sempre vivo che infiammi d'amore, poco a poco, tutti i popoli della terra!".

L'Arcangelo Gabriele osò replicare: E che farai, Signore, se questo piano non riesce?". Dopo un istante di silenzio, il Signore gli rispose dolcemente: "Ma io non ho un altro piano...". Una Parola di luce... Tu sei una piccola fiaccola tremolante nell'immensità della notte. Ma fai parte del piano di Dio. E sei indispensabile. Perché non ci sono altri piani...

lunedì 24 novembre 2008

Come posso conoscere Dio?


Può trovare Dio chi lo sta cercando? Vorrei tanto sapere dove posso trovarlo.

Idee moderne? Furono scritte, circa tremila anni fa. Ogni razza e popolo sin dall'inizio dei tempi hanno tentato di trovare Dio. C'è qualcosa, nel profondo di noi tutti, che ci spinge a ricercare Dio_ sia che lo riconosciamo o No. Tutte le grandi regioni del mondo fanno parte di quella ricerca.
Ma se siamo chiamati ad approfondire la nostra conoscenza di Dio, è anche vero che non possiamo farlo da soli.

È Dio che deve fare il primo passo nei nostri confronti. Egli deve rivelarsi più chiaramente di quando possa fare attraverso il solo mondo creato. Nel passato Dio ci ha fatto conoscere la sua volontà attraverso uomini santi che vissero vicini a Lui. Egli donò a Mosè le leggi della morale, i Dieci Comandamenti, non solo per il popolo ebraico ma certamente anche per ogni popolo di ogni tempo. Se queste leggi fossero rispettate, il mondo sarebbe un luogo assai più felice, senza furti, omicidi e violenze.
Ma la gran rivelazione finale di Dio si verificò nella persona di Gesù. qualsiasi altra cosa o persona sono ombre confuse. Quando ci rivolgiamo a Gesù, vediamo Dio in persona. Uno dei discepoli di Gesù, Filippo, gli fece questa richiesta:
Mostraci il Padre. solo di questo abbiamo bisogno .
Gesù rispose:
Chiunque abbia visto me ha visto il Padre .
Nel resoconto evangelico della vita di Gesù, Giovanni è attento a mostrare che Gesù non è venuto all'esistenza in Betlemme. Quello era solo il modo che ha scelto per fare il suo ingresso nel mondo.
Ma Egli esiste da sempre.
Egli era presso Dio ed era una cosa sola con Lui . Fin dall'inizio egli era presso Dio.
Per mezzo di Lui Dio ha fatto ogni cosa, Egli era la fonte della vita .
Egli sì fede uomo e, pieno di grazia e verità, visse tra noi vedemmo la sua gloria, la gloria che gli apparteneva in quando figlio unigenito del Padre.

domenica 23 novembre 2008

Festa di Cristo Re


Omelia domenicale
Oggi è la festa di Cristo, Re dell’Universo.
È una celebrazione che ci aiuta a trovare il senso della nostra vita, dell’universo intero, della misteriosa ed affascinante “creazione”.
Scopriamo di appartenere a qualcuno, che non siamo persi nel caso!
Ma che tipo di re è il Signore?
Come comanda?
Che vuol dire che siamo suoi?
Ci domandiamo anche: se è davvero re, il re, perché non mette tutte le cose a posto?
Perché non vince definitivamente sul male, sul dolore, su quanto rende la vita triste e segnata dalla divisione?
Tutti noi facciamo fatica a stare a sentire per davvero qualcuno; vogliamo sempre fare come diciamo noi; siamo riottosi a qualsiasi obbedienza; assecondiamo la vera tirannia che sono i nostri stati d’animo; temperiamo così poco il nostro cuore, eppure proprio noi finiamo per cercare un re che non ci chieda nessuno sforzo.
Cristo è re, e comanda davvero.
Giudica e giudicherà.
È re di amore e per questo dona tutto se stesso.
Il suo limite è che noi non siamo suoi!
Siamo liberi di esserlo.
Tanti “io” si fanno re, cercano di imporsi sugli altri, si mettono al centro e diventano come malati, perché il senso della nostra vita tutti noi lo troviamo solo legandoci agli altri. Gesù, re di tutto e di tutti, diventa fratello e s’identifica in coloro che dipendono in tutto dagli altri, che hanno bisogno di essere amati in maniera concreta, in cui manca qualcosa perché possiamo dargliela.
Siamo suoi quando impariamo ad essere degli altri, ad avere un cuore, a volere bene!
Tutti restano sorpresi.
Non ti ho visto!
Non vedere, essere ignoranti di qualcosa non giustifica!
Come? Quando non ti ho visto?
Quando pensavi alla tua fame; quando non avevi tempo per ascoltarmi;
Quando sei rimasto indeciso ed alla fine non hai fatto nulla; quando hai calcolato che non ti conveniva;
Quando hai pensato che ero solo un problema ed hai assecondato il tuo fastidio;
Quando hai pensato che tanto era inutile fare qualcosa; quando ti sei creduto troppo importante per un gesto concreto;
Quando hai pensato che se ero così era per colpa mia;
Quando hai giudicato invece di volere bene;
Quando hai creduto più importanti la carriera o quello che avrebbero pensato gli altri se ti avessero visto aiutare un povero; quando non hai fatto nulla per non legarti;
Quando hai pensato che avevi troppi problemi tu o che avevi già fatto abbastanza, e che io non c’entravo nulla con te;
Quando hai voluto tenere tutto per te;
Quando hai cercato di verificare se era proprio vero che avessi fame;
Quando hai avuto paura e non l’hai vinta con l’amore; quando non hai creduto vero quello che tu non vivevi;
Quando hai pensato che c’è sempre tempo per aiutare e che un’occasione vale l’altra; quando non ti andava e basta;
Quando ti sei sfogato proprio con chi è più povero o malato e li hai umiliati con il tuo rifiuto;
Quando hai creduto che tanto non potevi fare nulla.
È facile credere poco importanti i gesti umili del volere bene.
Non dire: io non ho niente da dare. Non è vero.
Gesù parla di dare pane, acqua, vestiti, tempo, affetto; visita, presenza, insomma gli infiniti e possibili gesti dell’affetto.
Ma è vero anche il contrario: quando ti ho visto affamato e ti ho dato da mangiare?
Quando sei venuto a trovarmi?
Quando hai dato coraggio a me che affrontavo il tunnel della paura?
Quando sei stato attento, premuroso, mi hai aspettato, non sei andato via subito?
Quando mi hai preso la mano?
Quando hai perso il tuo tempo con me che ti sembravo solo un problema? Quando non hai avuto paura?
Quando ti sei preso un po’ del mio dolore?
Quando hai smesso di pensare solo a te, di cercare solo i soldi, gli onori, i tuoi vestiti o la convenienza e mi hai aiutato proprio perché non avevo nulla da darti in cambio?
Quando hai sentito tua la mia solitudine, il mio freddo, la mia paura nella malattia, la disperazione nel carcere?
Quando non hai pensato che eri troppo piccolo?
Quando non ti sei accontentato solo di avere ragione o delle teorie ma mi hai incontrato nella carne?

giovedì 20 novembre 2008

Perché credere in Dio?

Chi è questo Dio in cui credono i cristiani? Che aspetto ha? Cosa significa avere fede?
Dio è il nome dato al creatore della vita. Infatti, o crediamo in Dio creatore, o dobbiamo credere che tutto avviene per caso. Non è facile provare l'esistenza di Dio con pura ragione, quasi che l'esistenza di Dio sia la conclusione di un ragionamento logico. Ma, allo stesso modo, non possiamo portare una prova logica dell'amore, eppure questo non significa che l'amore non esiste! Il meraviglioso sistema solare e il mondo in cui viviamo richiedono un esperto modellatore, un architetto, un ingegnere e un artista. Questo grande essere noi lo chiamiamo Dio.

Noi esseri umani viviamo nel tempo, abbiamo un inizio ed una fine. E siccome siamo fatti così tendiamo a pensare che anche per Dio sia la stessa cosa. Ma la Bibbia ci dice che Dio non ha inizio né fine. Egli non è soggetto al tempo come lo siamo noi. Lo spazio non ha inizio né fine, perché si distende in maniera illimitata. Troviamo difficile afferrare questo concetto perché le nostre menti sono limitate. Possiamo capire solo ciò che vediamo e conosciamo, e pensiamo che questo sia tutto ciò che può essere.


Ma Dio è molto più grande di quello che le nostre menti possono afferrare. Egli c'è da sempre: non cambia mai, né invecchia come facciamo noi. Dio è l'unica cosa che non cambia in mondo mutevole. Il mondo che Dio ha fatto è di una bellezza e un ordine straordinari. L'intero mondo della natura mostra chiaramente i segni di un progetto e presuppone l'esistenza di leggi naturali. Piantiamo il bulbo di un narciso ed ecco spuntarne il fiore.


Il minuscolo uovo nel corpo di una donna viene fecondato, ed ecco che si sviluppa un bimbo con tutto il complicato meccanismo di orecchie e occhi, mente e cuore. Ma nessun genitore può donare la vita a quel bambino. È Dio che dona la vita _ quello strano, intangibile mistero che resiste ad ogni analisi e che nessuno, tranne Dio, può creare.


Non possiamo vedere Dio, sebbene tutto intorno a noi sia segno della sua presenza operante. Ma ci sono molte cose nella nostra vita quotidiana che non possiamo vedere il vento, l'elettricità, l'aria, le onde radio eppure sappiamo che ci sono.
Non possiamo vedere l'amore, eppure sappiamo che c'è nelle persone che si preoccupano per noi. non possiamo vedere Dio con i nostri occhi, ma sappiamo nel profondo di noi stessi che egli c'è. Dio non ha un corpo umano come il nostro. Questo non significa che non abbia una personalità. Gesù disse: Dio è spirito. Egli è pieno di forza attiva e di vita, senza limiti di tempo o di spazio. Anche noi abbiamo uno spirito, un'anima. Essa è la fonte di tutti i nostri ideali, speranze e pensieri.

Dio è tutto questo, ma alla perfezione. Non c'è da sorprendersi se Gesù ha affermato che è proprio questo Dio grande, padre di tutti, che dobbiamo adorare in spirito e verità

mercoledì 19 novembre 2008

Facebook | Gesù Vera Luce

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I DUE POVERI



Cammina, cammina un povero storpio aveva trovato finalmente un boccone di pane, il primo della giornata, l'unico misero conforto per il suo stomaco affamato.
Il pover'uomo, col suo piccolo tesoro si trascino' verso la chiesa, si mise a sedere sul sagrato e addentò quel pane.
All'ombra della chiesa c'era un povero cieco tutto solo: -Fate la carità! chiedeva con voce lamentosa:- fate la carità che non ho niente da mangiare!
Lo storpio gli pose nelle mani l'unico suo tesoro; il tozzo di pane e riprese il cammino.
Quante volte aveva patito la fame per forza! Ora era contento di soffrirla per AMORE.

lunedì 17 novembre 2008

DESIDERIO


Ansima l’anima mia
nel veder quel giorno
approssimarsi, quando
dal cielo apparirà
Colui che ha dato
per amore la Sua
vita per salvarci.
Poesia di ARTURO GUZZARDI

domenica 16 novembre 2008

IL VERO SIGNIFICATO DELLA PACE


C'era una volta un re che propose di dare un premio a quell'artista che avrebbe dipinto il miglior ritratto della Pace. Molti artisti tentarono. Il re guardò tutti i ritratti, ma c'erano, secondo lui, solamente due che realmente fossero degli degni di essere premiati e che bisognava scegliere tra loro due.

Un ritratto rappresentava un lago calmo. Il lago era un specchio perfetto dove si rispecchiavano montagne torreggianti tutte d'intorno. Per di più c'era un meraviglioso cielo azzurro con nuvole bianche come la lana e sembrava di esserci. Tutti vedevano questo ritratto e pensavano che era un ritratto perfetto per rappresentare la Pace.L'altro ritratto però aveva pure montagne, ma erano accidentate e spoglie. Sopra c'era un cielo adirato e perturbato come se stesse per scatenarsi la più tremenda perturbazione atmosferica, piena di lampi e fulmini.


In basso, da un lato della montagna c'era una cascata che spumeggiava. Sembrava un quadro che non offriva alcun appiglio al tema della Pace Ma quando il re guardava da vicino, lui vedeva dietro la cascata un piccolo cespuglio che cresceva in una fessura nella pietra. Nel cespuglio un uccello mamma aveva costruito il suo nido. Là, nel mezzo del cespuglio di quell'acqua effervescente, stava accoccolata quella femmina di uccello dentro il suo nido e in pace perfetta.
Quale ritratto pensate che vinse il premio? Il re scelse il secondo ritratto.


"Perché", spiegò il re, "la Pace non vuole dire essere in un luogo dove non c'è nessun rumore, nessuna preoccupazione, nessun lavoro duro. La pace vuole dire essere nel mezzo a tutte quelle cose e rimanere ancora calmi nel proprio cuore. Questo è il vero significato della pace." Gesù ha promesso di dare pace ai cuori che sono affannati ed oppressi: ti interessa la vera pace?


Inginocchiati nel segreto della tua camera e chiedi a Gesù l'adempimento della Sua meravigliosa promessa.

Oggi è una bellissima giornata...


"Un giorno, un uomo non vedente stava seduto sui gradini di un edificio con un cappello ai suoi piedi ed un cartello recante la scritta: "Sono cieco, aiutatemi per favore "Un pubblicitario che passeggiava lì vicino si fermò enotò che aveva solo pochi centesimi nel suo cappello, si chinò e versò altre monete, poi, senza chiedere il permesso dell'uomo, prese il cartello, lo girò e scrisse un' altra frase.


Quello stesso pomeriggio il pubblicitario tornò dal non vedente e notò che il suo cappello era pieno di monete e banconote. Il non vedente riconobbe il passo dell'uomo: chiese se fosse stato lui ad aver riscritto il suo cartello e cosa avesse scritto.


Il pubblicitario rispose "niente che non fosse vero -ho solo riscritto il tuo in maniera diversa", sorrise e andò via. Il non vedente non ha mai saputo che ora sul suo cartello c'è scritto: "Oggi è una bellissima giornata... ed io non la posso vedere"

sabato 15 novembre 2008

INNO DELL’AMORE


Se io so parlare le lingue degli uomini e degli angeli, ma non posseggo l’amore: sono come una campana che suona, come un tamburo che rimbomba.

Se ho il dono di essere profeta di svelare tutti i segreti. Se ho il dono di tutta la scienza, anche se ho una fede che smuove i monti: se non ho l’amore, che vale? Se distribuisco ai poveri tutti i miei averi e come martire lascio bruciare il mio corpo: senza l’amore, niente io ho.
Chi ama è paziente e premuroso. Chi ama non è geloso, non si vanta, non si gonfia di orgoglio. Chi ama è rispettoso, non va in cerca del proprio interesse, non conosce la collera, dimentica i torti.


Chi ama rifiuta l’ingiustizia, la verità è la sua gioia. Chi ama, tutto scusa, di tutti ha fiducia, tutto sopporta, non perde mai la speranza.Cesserà il dono delle lingue, la profezia passerà, finirà il dono della scienza, l’amore mai tramonterà.


Il dono della scienza è imperfetto, il dono della profezia è limitato.Verrà ciò che è perfetto ed essi svaniranno.Da bambino parlavo come un bambino, come uno di loro, pensavo e ragionavo.Poi diventato uomo, ho smesso di fare così.


Ora, vediamo Dio in modo confuso, come in un antico specchio, ma quel giorno, quando verrà ciò che è perfettolo vedremo faccia a faccia.Ora, lo conosco solo in parte: ma quel giorno, quando verrà, lo conoscerò come lui mi conosce.Ora, solo tre cose contano: fede, speranza, amore.
La più grande di tutte è l'amore.


Dalla prima lettera di Paolo ai Corinzi

CONTEMPLAZIONE


Tengo lo sguardo
fisso all’infinito
dove tutto si muove
eppure non si vede.
Contemplo le fisse
stelle del firmamento
distanti l’un dall’altra
da un gran vuoto.
Ecco ciò che separa
l’uomo peccatore
dalla divin sapienza
dell’Iddio Creatore.


Poesia di ARTURO GUZZARDI

Aprite


Aprite!, Aprite!
Fatemi entrare
seppur mi sento
indegno, nel luogo
dove l’uomo carnale
la sua soglia non
potrà mai varcare.
Poesia di Arturo Guzzardi

mercoledì 12 novembre 2008

Sono qui a rapporto


Una volta un sacerdote stava camminando in chiesa, verso mezzogiorno, passando dall'altare decise di fermarsi vicino per vedere chi era venuto a pregare. In quel momento si aprì la porta, il sacerdote inarcò sopracciglio vedendo un uomo che si avvicinava; l'uomo aveva la barba lunga di parecchi giorni, indossava una camicia consunta, aveva una giacca vecchia i cui bordi avevano iniziato a disfarsi.

L'uomo si inginocchiò, abbassò la testa, quindi si alzò e uscì. Nei giorni seguenti lo stesso uomo, sempre a mezzogiorno, tornava in chiesa con una valigia... si inginocchiava brevemente e quindi usciva. Il sacerdote, un po' spaventato, iniziò a sospettare che si trattasse di un ladro, quindi un giorno si mise davanti alla porta della chiesa e quando l'uomo stava per uscire dalla chiesa gli chiese: "Che fai qui?"

L'uomo gli rispose che lavorava nella zona e aveva mezz'ora libera per il pranzo e approfittava di questo momento per pregare. "Rimango solo un momento, sai, perchè la fabbrica E’ un po' lontana, quindi mi inginocchio e dico:
"Signore, sono venuto nuovamente per dirTi quanto mi hai reso felice quando mi hai liberato dai miei peccati... non so pregare molto bene, perchè Ti penso tutti i giorni... Beh Gesù,qui c'è Jim a rapporto". Il padre si sentì uno stupido, disse a Jim che andava bene, che era il benvenuto in chiesa quando voleva. Il sacerdote si inginocchiò davanti all'altare, si sentì riempire il cuore dal grande calore dell'amore e incontrò Gesù.

Mentre le lacrime scendevano sulle sue guance, nel suo cuore ripeteva la preghiera di Jim: "SONO VENUTO SOLO PER DIRTI, SIGNORE, QUANTO SONO FELICE DA QUANDO TI HO INCONTRATO ATTRAVERSO I MIEI SIMILI E MI HAI LIBERATO DAI MIEI PECCATI... NON SO MOLTO BENE COME PREGARE, PERO' PENSO A TE TUTTI I GIORNI... BEH GESU'... ECCOMI A RAPPORTO!"

Un dato giorno il sacerdote notò che il vecchio Jim non era venuto. I giorni passavano e Jim non tornava a pregare. Il padre iniziò a preoccuparsi e un giorno andò alla fabbrica a chiedere di lui; gli dissero che Jim era malato e che i medici erano molto preoccupati per il suo stato di salute,ma che tuttavia credevano che avrebbe potuto farcela. Nella settimana in cui rimase in ospedale Jim portò molti cambiamenti, egli sorrideva sempre e la sua allegria era contagiosa. La caposala non poteva capire perchè Jim fosse tanto felice dato che non aveva mai ricevuto nè fiori, nè biglietti augurali, né visite. Il sacerdote si avvicinò al letto di Jim con l'infermiera e questa gli disse, mentre Jim ascoltava: "Nessun amico è venuto a trovarlo, non ha nessuno".


Sorpreso il vecchio Jim disse sorridendo:
"L'infermiera si sbaglia...perchè lei non può sapere che: TUTTI I GIORNI, da quando sono arrivato qui, a MEZZOGIORNO, un mio amato amico viene, si siede sul letto, mi prende le mani, si inclina su di me e mi dice: "SONO VENUTO SOLO PER DIRTI, JIM, QUANTO SONO STATO FELICE DA QUANDO HO TROVATO LA TUA AMICIZIA E TI HO LIBERATO DAI TUOI PECCATI. MI E' SEMPRE PIACIUTO ASCOLTARE LE TUE PREGHIERE, TI PENSO OGNI GIORNO...BEH JIM...QUI C'E' GESU' A RAPPORTO! Da oggi, ogni giorno, non possiamo perdere l'opportunità di dire a Gesù: "Sono qui a rapporto!"

martedì 11 novembre 2008

Lettera di Dio


Quando ti sei svegliato questa mattina ti ho osservato e ho sperato che tu mi rivolgessi anche solo poche parole, chiedendo la mia opinione o ringraziandomi per qualcosa di buono che era accaduto ieri.
Però ho notato che eri molto occupato a cercare il vestito giusto da metterti per andare a lavorare. Ho continuato ad aspettare ancora mentre correvi per la casa per vestirti e sistemarti e io sapevo che avresti avuto del tempo anche solo per fermarti qualche minuto e dirmi "ciao".
Però eri troppo occupato. Per questo ho acceso il cielo per te, l’ ho riempito di colori e di dolci canti di uccelli per vedere se così mi ascoltavi però nemmeno di questo ti sei reso conto. Ti ho osservato mentre ti dirigevi al lavoro e ti ho aspettato pazientemente tutto il giorno, con tutte le cose che avevi da fare suppongo che tu sia stato troppo occupato per dirmi qualcosa.
Al tuo rientro ho visto la tua stanchezza e ho pensato d farti bagnare un po' perché così tu avresti pensato a me ma ti sei infuriato e hai offeso il mio nome, io desideravo tanto che tu mi parlassi c'era ancora tanto tempo.
Dopo hai acceso il televisore, io ho aspettato pazientemente, mentre guardavi la tv, hai cenato, ma ti sei dimenticato nuovamente di parlare con me, non mi hai rivolto la parola. Ho notato che eri stanco e ho compreso il tuo desiderio di silenzio e così ho oscurato lo splendore del cielo, ho acceso una candela, in verità era bellissimo ma tu non eri interessato a vederlo.
Al momento di dormire credo che fossi distrutto dopo aver dato la buona notte alla famiglia sei caduto sul letto e quasi immediatamente ti sei addormentato. Ho accompagnato il tuo sogno con una musica, i miei animali notturni si sono illuminati, ma non importa perché forse nemmeno ti rendi conto che io sono sempre lì per te.
Ti AMO tanto che aspetto tutti i giorni una preghiera: il paesaggio che faccio è solo per te. Bene, ti stai svegliando di nuovo e ancora una volta io sono qui per te, sperando che oggi tu possa dedicarmi un po’ di tempo.
buona giornata. tuo papà DiO

"Un'amicizia vera"


Eliseo e Gedeone erano stati grandi amici fin da bambini. Ognuno dei due considerava l’altro come un fratello e in cuor suo ognuno sapeva che non c’era nulla che non fosse disposto a fare per l’amico. Alla fine si presentò l’occasione di testimoniarsi la profondità della loro amicizia. Ecco cosa accadde.


Un giorno Gedeone fu arrestato dalla polizia. Senza alcuna prova lo accusarono di essere una spia al servizio del nemico. Un giudice distratto lo condannò a morte."Hai un ultimo desiderio?", gli chiese il re, prima di firmare l’ordine di esecuzione."Si, lasciami andare a casa per il tempo necessario di dire addio a mia moglie e ai miei figli e per sistemare le faccende domestiche"."Vedo che mi ritieni stupido", disse il re, ridendo. "Se ti lascio andare tu non tornerai più!"."Ti lascerò un pegno, una garanzia sicura", disse Gedeone. "Che tipo di pegno potresti lasciarmi che mi renda certo del tuo ritorno?", chiese il re.


In quel momento Eliseo, che era stato per tutto il tempo in silenzio a fianco dell’amico, fece un passo avanti. "Sarò io il suo pegno", disse. "Tienimi qui come tuo prigioniero, fino a quando Gedeone non ritorni. La nostra amicizia ti è ben nota. Puoi star certo che Gedeone ritornerà fino a che mi trattieni qui". Il re studiò in silenzio i due amici. "Molto bene", disse alla fine. "Ma se vuoi veramente prendere il posto del tuo amico, devi accettare la sentenza.


Se Gedeone non farà ritorno, tu morirai al suo posto". "Manterrà la sua parola", replicò Eliseo. "Non ho alcun dubbio". Gedeone fu lasciato libero di andare e Eliseo fu gettato in prigione. Dopo molti giorni, poiché Gedeone non si presentava, la curiosità del re ebbe il sopravvento e il tiranno si recò nelle prigioni per vedere se Eliseo fosse pentito di aver fatto un simile scambio."Il tuo tempo è quasi scaduto", disse il re sogghigando. "Sarebbe inutile chiedere pietà. Sei stato uno stupido a fidarti della promessa del tuo amico.


Hai creduto veramente che avrebbe sacrificato la sua vita per te?". "Ha incontrato qualche impedimento", rispose deciso Eliseo. "I venti gli avranno impedito di navigare, o forse avrà avuto dei contrattempi lungo la strada; ma, nei limiti delle umane possibilità, sarà qui in tempo. Confido sulla sua parola tanto quanto sulla mia stessa esistenza". Il re fu colpito dalla fiducia del prigioniero. "Lo vedremo presto", disse, e lasciò Eliseo nella cella. Il giorno fatale arrivò. Eliseo fu prelevato dalla prigione e portato davanti al boia. Il re lo salutò con un sorriso compiaciuto. "Sembra che il tuo amico non sia tornato", gli disse ridendo. "Cosa pensi di lui adesso?"."E' mio amico", rispose Eliseo. "Ho fiducia in lui". Mentre stava parlando, le porte si spalancarono e Gedeone entrò vacillando.


Era pallido e ferito e stentava quasi a parlare per la stanchezza. Abbracciò l’amico. "Grazie a Dio, sei salvo", ansimò. "Sembra quasi che tutto stesse cospirando contro di noi. La mia nave è naufragata nella tempesta, poi sono stato attaccato dai briganti lungo la strada. Ma non ho mai smesso di sperare, e alla fine ce l’ho fatta. Sono pronto a subire la mia condanna a morte". Il re ascoltò le sue parole con stupore e i suoi occhi e il suo cuore si aprirono.


Era impossibile per lui resistere alla forza di simile fermezza. "La condanna è revocata", dichiarò. "Non avrei mai pensato esistesse un’amicizia così leale e fiduciosa. Mi avete dimostrato quanto fossi in errore, ed è giusto che siate ricompensati con la libertà. Ma in cambio vi chiedo un grande favore"."Di che favore si tratta?", chiesero i due amici."Prendetemi come terzo amico".

L'amore?


Un ragazzino provò un immenso dispiacere
nel trovare la sua tartaruga a pancia all’aria,
immobile e senza vita accanto allo stagno.
Suo padre fece del suo meglio per consolarlo:
«Non piangere, figliolo.
Prepareremo un bel funerale per la signora
Tartaruga;
le costruiremo una piccola bara tutta foderata
di seta
e chiederemo al becchino di porre sulla tomba
una lapide con inciso il nome della signora Tartaruga.
Poi le porteremo ogni giorno dei fiori freschi
e porremo tutt’intorno un piccolo steccato».
Il bambino si asciugò gli occhi e si dichiaro
entusiasta dell’idea.
Quando tutto fu pronto, il padre, la madre, la
cameriera
e il bambino in testa partirono in corteo
marciando con aria solenne
verso la stagno dov’era la morta.
Ma questa era scomparsa.
All’improvviso scorsero la signora Tartaruga
che emergeva dal fonda del laghetto, nuotando
allegramente.
Il piccolo fisso la sua amica in preda a profonda
delusione ed esclamò:
«Uccidiamola».

lunedì 10 novembre 2008

La storia dei tre alberi


C'erano una volta tre alberi, che crescevano l'uno accanto all'altro nel bosco. Erano amici. E come quasi tutti gli amici, anche loro chiacchieravano tanto. E come quasi tutti gli amici, anche loro erano molto diversi, nonostante crescessero nello stesso posto e fossero tutti all'incirca della stessa altezza.

Il primo albero amava la bellezza. Il secondo albero amava l'avventura. E il terzo albero amava Dio. Un giorno, gli alberi parlavano di ciò che sarebbero voluti diventare da grandi. «Quando sarò grande, vorrei essere un baule intagliato, di quelli dove si conservano i tesori, pieno di gioielli scintillanti», disse il primo albero.

Il secondo albero non pensava a cose del genere. «Quando sarò grande, vorrei essere un potente veliero», disse. «Insieme al capitano, un grande esploratore, scoprirò nuove terre.» Nel frattempo, il terzo albero scuoteva i rami. «Io non vorrei essere trasformato in niente», disse. «Vorrei restare esattamente qui dove sono e diventare ogni anno sempre più alto. Vorrei diventare l'albero più alto della foresta. E quando gli uomini mi guarderanno, li farò pensare a Dio.»


Passarono gli anni e un giorno nella foresta arrivarono tre boscaioli. «Finalmente!», gridò il primo albero, quando il primo boscaiolo lo abbatté. «Ora il mio sogno di diventare un baule di tesori si realizzerà.» «Splendido!», gridò il secondo albero, quando il secondo boscaiolo lo abbatté. «Ora il mio sogno di diventare un veliero si potrà realizzare.» «Oh no!», gridò il terzo albero, quando il terzo boscaiolo lo abbatté. «Ora non potrò parlare agli uomini di Dio.» I boscaioli portarono via i tre alberi. E per due di loro il futuro era carico di promesse. Ma non ci volle molto perché tutti e tre dovessero seppellire i loro sogni. Anziché essere trasformato in un bel baule di tesori, il primo albero diventò una brutta mangiatoia per animali. Anziché un agile veliero, il secondo albero diventò un semplice peschereccio. E del terzo albero non fecero niente. Fu tagliato in assi, che furono lasciate in una pila nel giardino del falegname. La vita continuò. Gli anni passarono. E piano piano, i tre alberi impararono a convivere con i loro sogni infranti. Poi, una notte, la vita del primo albero cambiò repentinamente. Nacque un bambino, con tutta evidenza non un bambino comune.


Gli angeli cantarono, pastori vennero a visitarlo. Indovina quale mangiatoia usò come culla la madre del bambino? Quando il primo albero capì che cosa era successo, il suo cuore si riempì di gioia. «I miei sogni si sono realizzati», disse. «Non sono stato riempito d'oro e di gioielli, ma ho portato il più prezioso tesoro del mondo.» Passarono molti altri anni, in tutto circa 30, e un giorno, infine, anche la vita del secondo albero cambiò. Era fuori, in mezzo al mare, quando si scatenò una tempesta terribile.

Il vento soffiava violentemente e le onde erano tanto alte che la barchetta era persuasa di affondare. Ma a quel punto accadde qualcosa di incredibile. Uno degli uomini che essa trasportava, si alzò. «Taci, calmati!», disse al vento e alle onde. Ed essi obbedirono.


Quandoil secondo albero afferrò ciò che era accaduto, anche il suo cuore si riempì di gioia. «I miei sogni si sono realizzati», disse. «Non ho trasportato un grande esploratore, ma ho trasportato il Creatore del cielo e della terra.» Non molto tempo dopo, anche la vita del terzo albero subì un cambiamento. Arrivò un falegname e lo portò via. Con sua grande costernazione, però, non fu lavorato per farne qualcosa di bello.


Non ne fecero neppure qualcosa di utile. Invece, ne fu fatta una grezza croce di legno. «Questo è il tipo di croce sulla quale i soldati crocifiggono i criminali», pensò l'albero, sconvolto. E in effetti fu trasportato sul luogo dell'esecuzione.

Là, in cima ad una collina fu inchiodato sopra le sue travi un uomo condannato a morte. Per la verità sarebbe dovuto essere il giorno più brutto della vita dell'albero, ma l'uomo inchiodato sulla croce non era un comune criminale che doveva pagare la pena dei suoi delitti.


Era un innocente, Gesù Cristo, figlio di Dio, che moriva per i peccati del mondo. E quando il terzo albero capì ciò che era successo, il suo cuore esultò di gioia. «I miei sogni si sono realizzati», disse. «Non diventerò l'albero più alto del bosco, ma sarò la croce che farà pensare gli uomini a Gesù Cristo.»

Spirito Santo Consolatore


Quante volte invocato......
quante volte proclamato;
quasi sempre solo suono di parole......
senza mai percepire la familiarità,
l'intimità di te che sei il
CONSOLATORE.

Ma quando la tristezza ti pervade......
nella sofferenza......
quando la delusione ti prende
ed un senso di freddo t'assale
Tu sei il sicuro rifugio, oh Signore.
L'anima si piega alla preghiera......
il cuore cerca il conforto.
Dal profondo, allora, Tu sorgi.

Oh Consolatore,
lì, nel profondo dell'anima,
in un'estasi di abbandono
fai sentire il tuo Calore......
la presenza dell'Amore......
la medicina del tuo soccorso;
lenisci il dolore,
fasci le ferite......,
poi l'impercettibile sussurro:
"coraggio, Io sono con te".

Dolce CONSOLATORE......
poterti stringere e relegarti nel mio cuore;
sei con noi Signore,
sei per noi.
Poi dolcemente ti dilegui......
ma con te porti via il nostro freddo
le nostre foschie;
si diradono le tenebre......
il cuore si riapre alla Speranza......
ricompare il sorriso......
si riprende il cammino.
Vieni Spirito Santo. Amen.

Le Orme della Vita....


Ho sognato che camminavo in riva al mare
con il Signore
e rivedevo sullo schermo del cielo
tutti i giorni della mia vita passata.
E per ogni giorno trascorso apparivano
sulla sabbia due orme:
la mia e quella del Signore.
Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma,
proprio nei giorni più difficili della mia vita.
Allora ho detto:
Signore, io ho scelto di vivere con te e Tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me. Perchè mi hai laciato solo, proprio nei momenti più difficili?
E Lui mi ha risposto :
Figlio, tu lo sai che Io ti amo e non ti ho abbandonato mai: i giorni nei quali c'è soltanto un'orma sulla sabbia sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio.

domenica 9 novembre 2008

Amerai il Sgnore tuo Dio con tutte le tue forze


Ripeti con costanza:
"Amerai il Sgnore tuo Dio con tutte le tue forze".
Lo shemà (Ascolta, Israele) deve diventare la tua preghiera preferita sopratutto nel momento della Comunione. Imparala a memoria appena ti è possibile.
Ascolta, Israele:

il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo.

Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore,

con tutta l'anima e con tutte le forze.

Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore;

li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.

Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi

e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.

Deutoronomio 6,4-9

siate santi...


Voi sarete santi perchè Io sono santo. (1Pt 1,16)

Diventare santi come Dio significa amare sempre tutti gli uomini, anche i nostri nemici.
Sappiamo com'è difficile vincere anche il più piccolo risentimento...!

Abbiamo bisogno dell'aiuto di Dio, per questo Gesù ci esorta a chiederlo con insistenza: "Il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedeono!"
E' lo Spirito Santo che ci rende capaci di amare come Dio ama.

Padre santo e buono, nel nome di Gesù, donami il tuo Spirito!

Il silenzio è mitezza



Il silenzio è mitezza: quando non rispondi alle offese quando non reclami i tuoi diritti quando lasci a Dio la tua difesa e il tuo onore Il silenzio è magnanimità: quando non riveli le colpe dei fratelli quando perdoni senza indagare nel passato quando non condanni, ma intercedi nell'intimo Il silenzio è pazienza: quando soffri senza lamentarti quando non cerchi consolazioni umane quando non intervieni, ma attendi che il seme germogli Il silenzio è umiltà: quando taci per lasciare emergere i fratelli quando celi nel riserbo i doni di Dio quando lasci che il tuo agire sia male interpretato quando lasci ad altri la gloria dell'impresa Il silenzio è fede: quando taci perché è lui che agisce quando rinunci alle voce del mondo per stare alla sua presenzaquando non cerchi comprensione perché ti basta essere conosciuto da lui Il silenzio è saggezza: quando ricorderai che dovremo rendere conto di ogni parola inutile quando ricorderai che il diavolo è sempre in attesa di una tua parola imprudente per nuocerti e uccidere Infine il silenzio è adorazione: quando abbracci la croce, senza chiedere il perché nell'intima certezza che questa è l'unica via giusta.

Il senso delle sofferenze dell'apostolo cristiano

Insieme con me prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù. Nessuno però, quando presta servizio militare, s'intralcia nelle faccende della vita comune, se vuol piacere a colui che l'ha arruolato. Anche nelle gare atletiche, non riceve la corona se non chi ha lottato secondo le regole. L'agricoltore poi che si affatica, dev'essere il primo a cogliere i frutti della terra. Cerca di comprendere ciò che voglio dire; il Signore certamente ti darà intelligenza per ogni cosa. 2Tm 2,3-7
Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti, secondo il mio vangelo, a causa del quale io soffro fino a portare le catene come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò sopporto ogni cosa per gli eletti, perché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Certa è questa parola: Se moriamo con lui, vivremo anche con lui; se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anch'egli ci rinnegherà; se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso. 2Tm 2,8-13

Poesia brasiliana

C’era una volta l’Amore…
L’Amore abitava in una casa pavimentata di stelle e adornata di sole. Un giorno l’Amore pensò a una casa più bella. Che strana idea quella dell’Amore! E fece la terra, e sulla terra, ecco fece la carne e nella carne ispirò la vita e, nella vita, impresse l’immagine della sua somiglianza E la chiamò uomo! E dentro l’uomo, nel suo cuore, l’Amore costruì la sua casa: piccola ma palpitante, inquieta, insoddisfatta come l’Amore. E l’Amore andò ad abitare nel cuore dell’uomo e ci entrò tutto là dentro, perché il cuore dell’uomo è fatto di infinito. Ma un giorno… l’uomo ebbe invidia dell’Amore. Voleva impossessarsi della casa dell’Amore, la voleva soltanto e tutta per sé, voleva per sé la felicità dell’Amore come se l’Amore potesse vivere da solo. E l’Amore fu scacciato dal cuore dell’uomo. L’uomo allora cominciò a riempire il suo cuore, lo riempì di tutte le ricchezze della terra, ma era ancora vuoto. L’uomo, triste, si procurò il cibo col sudore della fronte, ma era sempre affamato e restava con il cuore terribilmente vuoto. Un giorno l’uomo… decise di condividere il cuore con tutte le creature della terra. L’Amore venne a saperlo… Si rivestì di carne e venne anche lui a ricevere il cuore dell’uomo. Ma l’uomo riconobbe l’Amore e lo inchiodò sulla croce. E continuò a sudare per procurarsi il cibo. L’Amore allora ebbe un’idea: si rivestì di cibo, si travestì di pane e attese silenzioso. Quando l’uomo affamato lo mangiò, l’Amore ritornò nella sua casa… nel cuore dell’uomo. E il cuore dell’uomo fu riempito di vita, perché la vita è Amore.

venerdì 7 novembre 2008

Gesù il pane vivo disceso dal cielo


Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». (Gv 6,51)

Noi siamo sempre alla ricerca di qualcosa di più, di qualcosa di meglio. Nulla ci soddisfa, nulla ci sazia, nessuna fra cose belle di questo mondo ci dà quella profondità di vita che saremmo capaci di accogliere.
Sei tu, Gesù, il dono che riempie la nostra esistenza, il dono che ci fa sentire, già ora, vivi di una vita che dura per sempre!
Grazie Gesù, tu Sei il nostro Signore oggi e in eterno. Amen

Solo a Dio l'onore e la gloria (1 Cronache 29, 10-13)


Sii benedetto,Signore Dio di Israele, nostro padre,ora e sempre. Tua, Signore, è la grandezza, la potenza, la gloria, lo splendore e la maestà, perché tutto, nei cieli e sulla terra, è tuo.Signore, tuo è il regno; tu ti innalzi sovrano su ogni cosa. Da te provengono la ricchezza e la gloria; tu domini tutto; nella tua mano c'è forza e potenza; dalla tua mano ogni grandezza e potere. Ora, nostro Dio, ti ringraziamoe lodiamo il tuo nome glorioso.

mercoledì 5 novembre 2008

Preghiera: Il Cristo è la vita che voglio vivere



Signore, tu sei la vita che voglio vivere, la luce che voglio riflettere,il cammino che conduce al Padre, l'amore che voglio amare, la gioia che voglio condividere, la gioia che voglio seminare intorno a me. Gesù, Tu sei tutto per me, non posso nulla. Tu sei il Pane di vita che la Chiesa mi da', è per Te in te che posso vivere.
Madre Teresa di Calcutta

domenica 2 novembre 2008

Gesù Cristo, Salvatore, è l’unica speranza per un mondo perduto.

Poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio. Romani 3: 23 Il mondo è dominato dal peccato; Dio lo afferma e la nostra esperienza ci obbliga ad arrenderci a questa innegabile realtà. Non mancano negatori di questa verità; individui che sostengono che il peccato è frutto dell’immagina­zione dei moralisti religiosi o sociali: l’uomo è buono ed il mondo è bello, essi affermano, e qualche piccola deviazione deve essere accettata come diversi­vo necessario per rendere più interessante la vita.

Ma le “piccole deviazioni” delle quali parlano costituiscono quel mare di fango nel quale tutti affogano: guerre, odio, ingiustizie, soprusi, razzismo, crimini, passioni, vizio, stanno intorno a noi per ricordarci ogni momento che il male è la regola del genere umano ed il bene è soltanto la rara eccezione.
Un servo di Dio scriveva molti anni fa: "Il peccato degli uomini è dimostrato dal fatto che non basta una parola, ma ci vuole un contratto; non basta una porta, ma ci vuole una serratura; non basta un regolamento, ma ci vuole un corpo di polizia".
Tutti, indistintamente, tentano l’evasione, il sopruso, la frode; tutti amano il piacere proibito, l’eccitazione disonesta, il godimento impuro. Tutti hanno peccato e poiché il peccato separa ed allontana da Dio, tutti sono privi della gloria di Dio.

Quel mondo che è stato creato per essere non soltanto una immagine della gloria di Dio, ma il tempio stesso della benedizione divina, ha prima rifiutato e respinto il proprio Creatore ed ha poi alterato le forme che ne rispecchiavano la grandezza e la gloria. Oggi possiamo vedere ovunque l’esaltazione dell’uomo, cioè la manifestazione più impudica dell’orgoglio umano, ma non possiamo incontrare ed ammirare la “gloria di Dio” perché è assente.E questa assenza, provocata dall’uomo rappresenta, in ultima analisi, la più chiara ed impressionante prova del peccato della società. Dove non c’è il sole, c’è l’ombra e dove al sole si chiudono le imposte c’è un’ombra voluta e volontariamente ottenuta; dove Dio è stato rifiutato, respinto, contestato, c’è il peccato e questo è anche oggi, come ieri, il dramma dell’umanità: uno stato generale di corruzione vissuta nell’oscurità più profonda derivante dalla separazione da Dio.
Ma apri il Vangelo e troverai una parola di speranza!

Riepilogo: Gesù Cristo, Salvatore, è l’unica speranza per un mondo perduto.

Abbà Padre

Gesù è morto anche per te!

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